Di fronte a un’audience sempre più connessa, tecnologica ed esigente, la digital transformation è una rivoluzione non più prorogabile anche se spesso comporta spese economiche e organizzative non indifferenti.
D’altronde, disporre di maggiori insight sui consumatori permette ai brand di diventare sempre più smart e di riuscire a intercettare e rispondere con maggiore efficienza e tempestività ai bisogni reali dei propri clienti per fare la differenza sui mercati attuali, saturi di player e di prodotti, attraverso strategie di comunicazione e di ingaggio evolute e consumer oriented.
Ma cos’è il marketing automation?
Parliamo di marketing automation per indicare la gestione automatizzata e integrata di una serie di processi di marketing che permettono il tracciamento dei visitatori e delle conversioni registrate online, come ad esempio le campagne di email marketing, social management, proximity marketing, nonché le attività di lead generation e di web analytics.
L’obiettivo? La customer centricity, resa possibile dall’identificazione di ogni singolo utente e dalla personalizzazione di massa: il target è così costituito dal singolo individuo e non dai grandi cluster.
A questo punto non resta che da capire meglio cosa sono i Big Data.
McKinsey li definisce come una quantità di informazioni le cui dimensioni sono al di fuori della portata di un tipico software per la gestione dei database quanto a capacità di reperire, memorizzare, trattare e analizzare i dati; Robert Klopp parla invece di dati non strutturati, memorizzati in diversi database. Per IBM, infine, i Big Data provengono da fonti eterogenee e sono prodotti in tempo reale o quasi reale.
Mettendo insieme queste singole definizioni abbiamo una descrizione più approfondita e completa che vede i Big Data come un grande aggregato di dati non strutturati provenienti da fonti eterogenee, che differiscono fra loro in quanto a dimensioni, origine, formato, significato e importanza e che devono essere raccolti, elaborati e analizzati in tempo reale o quasi reale.
Ora uniamo i due concetti di Big Data e Marketing Automation, perché un conto è possedere i dati, mentre un altro conto è saperli utilizzare in modo proficuo. Ed è proprio a questo punto che entrano in gioco i sistemi di Marketing Automation che permettono di catturare, memorizzare, analizzare e correlare dati provenienti da sorgenti eterogenee per estrarne conoscenza utilizzabile.
Perché il futuro è data driven e, grazie al Cloud Computing, con la combinazione di marketing automation e big data le opportunità si moltiplicheranno da tutti i punti di vista:
- economico: già nel 2015 Forbes stimava che le imprese americane in grado di analizzare correttamente i big data avrebbero avuto un risparmio tra il 2016 e il 2020 di circa 60 miliardi annui;
- relazionale rispetto ai propri clienti: attraverso la personalizzazione del tipo di risposta che viene prodotta a fronte del comportamento di ogni singolo cliente o prospect e, di conseguenza, l’ottimizzazione della customer experience.
Qualche esempio?
Nel 2015, American Express, utilizzando modelli predittivi basati sull’analisi delle transazioni effettuate è riuscita a valutarne il grado di fedeltà e anticiparne l’ipotetico abbandono, identificando il 24% dei conti correnti che sarebbero stati chiusi nei primi mesi del 2016.
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